Croce Rossa di Lucca ha scelto il Melograno perché rappresenta uno dei nostri sette Principi Fondamentali: l’Universalità.

Il Melograno è universale nella cultura classica e nella tradizione popolare mondiale, simbolo della salute, della vita e dell’abbondanza. Originario della Persia, il melograno fu importato dai Romani in tutto l’impero e ancora oggi la sua area di coltivazione si espande in tutto il mediterraneo.

Inoltre:

  • i frutti contengono tantissimi chicchi di un colore rosso vivo, come le nostre divise, e hanno tantissime quantità di virtù che aiutano il nostro organismo e la nostra salute;

  • facile da far crescere e conservare da tutti, adatto anche alla coltivazione in vaso sul terrazzo, è un piccolo albero in genere l’altezza rimane contenuta sotto i 3 metri.

  • Per la sua ricchezza di nutrimenti e benefici sono molteplici le ricette, da fare anche coi bambini, che ci aiutano a mangiare meglio.

I consigli di Luca, l'agronomo CRI

Il melograno 

Punica granatum è una pianta originaria dell’Asia sud–occidentale, ma presente sin da epoca preistorica nell’area costiera del Mediterraneo, dove risulta storicamente che vi sia stata diffusa dai Fenici, dai Greci e dai Romani.

Il Melograno si raccoglie in Autunno ed è una pianta ornamentale dei giardini.

Il melograno deriva dal latino malum (mela) granatum (con semi) è una pianta originaria dell’Asia sud–occidentale, ma presente sin da epoca preistorica nell’area costiera del Mediterraneo.

Appartenente alla famiglia delle Lythraceae, piccolo albero di 4-6 metri a fogli caduche oblunghe di 6/8, cm con rami, esili, e tronco ricoperto da una corteccia rosso grigia; la fioritura è da maggio a lugli, i fiori sono tubolosi lunghi 3/5 cm; i frutti, detti balauste, sono globi dalla buccia coriacea giallo/rossa, quando sono maturi, e con il calice molto evidente, che ricorda una corona, al interno è suddiviso in 6/15 parti membranose bianche che racchiudono i succosi semi rossi.

Per la messa a dimora i mesi consigliati sono da Gennaio a Marzo. Se acquistato in altri mesi dell’anno può essere mantenuto in vaso fino all’arrivo del Gennaio successivo. 

La coltivazione è semplice, anche per chi non è esperto!


VEDIAMO INSIEME GLI ALTRI ALBERI DISPONIBILI DAL 2022

Croce Rossa di Lucca ha scelto il Melograno perché rappresenta uno dei nostri sette Principi Fondamentali: l’Universalità.

Il Melograno è universale nella cultura classica e nella tradizione popolare mondiale, simbolo della salute, della vita e dell’abbondanza. Originario della Persia, il melograno fu importato dai Romani in tutto l’impero e ancora oggi la sua area di coltivazione si espande in tutto il mediterraneo.

Inoltre:

  • i frutti contengono tantissimi chicchi di un colore rosso vivo, come le nostre divise, e hanno tantissime quantità di virtù che aiutano il nostro organismo e la nostra salute;

  • facile da far crescere e conservare da tutti, adatto anche alla coltivazione in vaso sul terrazzo, è un piccolo albero in genere l’altezza rimane contenuta sotto i 3 metri.

  • Per la sua ricchezza di nutrimenti e benefici sono molteplici le ricette, da fare anche coi bambini, che ci aiutano a mangiare meglio.

I consigli di Luca, l'agronomo CRI

Il melograno (Punica granatum) è una pianta originaria dell’Asia sud–occidentale, ma presente sin da epoca preistorica nell’area costiera del Mediterraneo, dove risulta storicamente che vi sia stata diffusa dai Fenici, dai Greci e dai Romani.

Il Melograno si raccoglie in Autunno ed è una pianta ornamentale dei giardini.

Il melograno deriva dal latino malum (mela) granatum (con semi) è una pianta originaria dell’Asia sud–occidentale, ma presente sin da epoca preistorica nell’area costiera del Mediterraneo.

Appartenente alla famiglia delle Lythraceae, piccolo albero di 4-6 metri a fogli caduche oblunghe di 6/8, cm con rami, esili, e tronco ricoperto da una corteccia rosso grigia; la fioritura è da maggio a lugli, i fiori sono tubolosi lunghi 3/5 cm; i frutti, detti balauste, sono globi dalla buccia coriacea giallo/rossa, quando sono maturi, e con il calice molto evidente, che ricorda una corona, al interno è suddiviso in 6/15 parti membranose bianche che racchiudono i succosi semi rossi.

Per la messa a dimora i mesi consigliati sono da Gennaio a Marzo. Se acquistato in altri mesi dell’anno può essere mantenuto in vaso fino all’arrivo del Gennaio successivo. 

La coltivazione è semplice, anche per chi non è esperto!

OLIVO

L’olivo o ulivo (Olea europaea).

Greci cominciarono a coltivarlo scoprendone le sue grandi proprietà, cui diedero il nome speciale di ἔλαια che i Latini resero come “olea”.

Fu utilizzato fin dall’antichità per l’alimentazione. Le olive, i suoi frutti, sono impiegati per l’estrazione dell’olio di oliva e, in misura minore, per l’impiego diretto nell’alimentazione. A causa del sapore amaro dovuto al contenuto in polifenoli appena raccolte, l’uso delle olive come frutti nell’alimentazione richiede però trattamenti specifici.

Alto di solito da 4 a 10 m, con rami lisci, foglie sempreverdi lanceolate, verdi di sopra, biancastre di sotto, fiori piccoli, bianchi, in pannocchie, e frutti (olive) a drupa; è un albero di provenienza ancor oggi molto discussa, la cui grande diffusione nelle nostre regioni è stata certamente favorita dall’antica pratica colturale 

 

 I fratelli olivi Che fan di santità pallidi i clivi (D’Annunzio). 

Come a messagger che porta ulivo (Dante), che reca novelle di pace

 

SUSINO

der. del nome dell’antica città persiana di Susa, da dove proviene.  Albero delle rosacee (Prunus domestica) e  nome comune della pianta, largamente coltivata, Prunus domestica, alta una decina di metri, con rami giovani per lo più glabri, fiori bianchi leggermente verdicci, frutti violetti, pruinosi, fusiformi o rotondeggianti. S. Selvatico (Prunus domestica insititia), arbusto o piccolo albero coltivato e naturalizzato, con rametti peloso-vellutati, fiori bianco puro e frutti globosi di vario colore (dal rosso porporino al giallo e anche verdi), di sapore acidulo.


FICO
genere di piante delle moracee (lat. scient. Ficus), con alcune centinaia di specie, alberi o arbusti epifiti o rampicanti, spesso con radici aeree, quasi tutti tropicali, con fiori riuniti in una speciale infiorescenza detta siconio, che si trova isolata o a coppie all’ascella delle foglie. La specie più nota in Europa è il Fdomestico o gentile (lat. scient. Ficus carica), con rami un po’ tortuosi, ampie foglie palmato-lobate, coltivato in molte razze che si distinguono fra l’altro per la diversa epoca di maturazione dei frutti; 

 Nell’uso comune il suo frutto (o più propriam. ricettacolo) si mangia fresco o essiccato (fichi secchi)

 Francamente, tutta la roba che ho da parte, in quaderni e cassetti, non vale un fico (Ennio Flaiano)

E per le scuole della lucchesia..

Abbiamo scelto il corbezzolo come albero per le scuole perché Il corbezzolo che viene chiamato anche albatro o arbetello, è un albero sempreverde da frutto.

  • È diffuso nei paesi del Mediterraneo occidentale e nelle nostre terre sulle colline e nei nostri boschi. Per la presenza contemporanea dei frutti Rossi e dei fiori Bianchi con il verde delle foglie, è considerato simbolo dell’unità italiana. Per noi volontari della Croce Rossa Italiana rappresenta quindi L’UNITÀ, uno dei nostri sette Principi Fondamentali.
  • Facile da far crescere, è un piccolo albero in genere l’altezza rimane contenuta sotto i 10 metri. Resistente alla siccità e al freddo e protegge dalle erosioni. Si presenta come un cespuglio di grandi dimensioni e molte ramificazioni. Resiste perfettamente agli eccessi di calore, anche conseguenti ad incendi. Può emettere vigorosi polloni subito dopo il passaggio del fuoco, creando l’ombra giusta a far rinascere più rapidamente la flora tipica del sottobosco.
  • L’albero e il frutto non sono molto conosciuti ma fanno parte della tradizione mediterranea e vorremmo farla conoscere alle nuove generazioni per il suo recupero e la sua valorizzazione. Un’ottima pianta da funghi che micorriza con Porcini e Ovoli, dalle tante proprietà nutrizionali: disinfettanti, antinfiammatorie e diuretiche.
  • I fiori ermafroditi, che compaiono in novembre, sono profumati e ricchi di nettare attirando un numeroso gruppo di insetti impollinatori come api e farfalle in epoca tardo autunnale quando le fioriture cominciano a scarseggiare. I suoi fiori non fruttificano a fine fioritura ma nell’autunno successivo assieme ai nuovi fiori…